Rifiutare di indossare dispositivi di protezione individuale, obbligatori per lavorare, può essere causa di licenziamento. A deciderlo è la Corte di Cassazione Penale in una sentenza emanata ad agosto 2013.  I fatti risalgono al 2007 e riguardano, nella fattispecie, un operaio di una ditta (incaricata all’epoca dell’esecuzione dei lavori di manutenzione all’interno di uno stabilimento) che, mediante un atteggiamento recidivo, si era più volte rifiutato di indossare in cantiere i DPI con le modalità e nel rispetto delle disposizioni organizzative impartite dal datore di lavoro “disattendendo – si legge nella sentenza –  le disposizioni impartite dal datore per la tutela della sicurezza del lavoro”. Atteggiamento le cui conseguenze hanno procurato all’operaio due sanzioni disciplinari. Nonostante ciò, il lavoratore  si era nuovamente  rifiutato di adempiere ad un ordine di servizio che gli imponeva il ritiro dei DPI: “di modo – continua il verdetto – che il datore gli aveva inibito l’accesso al luogo di lavoro, contestandogli successivamente la violazione dei doveri a lui posti dalla normativa di sicurezza, dal codice disciplinare e dal rapporto di lavoro”. Valutato ed esaminato il comportamento del lavoratore, il giudice riteneva che costui si fosse reso gravemente inadempiente e che, pertanto, il licenziamento era da ritenere legittimo. Per questo motivo, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, proposto dall’operaio contro il licenziamento avanzato dall’azienda, condannandolo alle spese del giudizio di legittimità.

Il testo integrale della sentenza: Documento: Sentenza Corte di Cassazione